Un discorso in pubblico può essere paragonato ad un concerto Jazz, dove lo speaker è il solista più importante (ad es. il pianista). Cosa li accomuna? In entrambi i casi il protagonista, se è bravo, mostra la disinvoltura di chi sta parlando a braccio, o improvvisando. Invece si è preparato accuratamente e ruota attorno ad un canovaccio, prendendosi la libertà di deviare dal percorso, e ritornandoci, conoscendo bene l’inizio e la fine della performance, e i punti salienti da sottolineare. In entrambi i casi la performance non si riduce a una sequenza di argomenti, ma racconta una storia, cioè una vicenda dalla quale ci sentiamo avvinti, o un percorso melodico dal quale ci sentiamo trasportati. E la voce e il linguaggio del corpo aggiungono emozione alle parole esattamente come la coloritura delle note fornisce il pathos alla frase musicale. In entrambi i casi il protagonista sa prevedere e assecondare i contributi di altri: chi fa domande durante il suo speech, gli altri strumentisti durante i loro assoli. E detta i tempi con i quali si svolge il tutto. La morale? Ascoltate i concerti dei grandi jazzisti e traetene ispirazione per i vostri speech!
(ph: D. Medri)
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